Per qualsiasi problema o supporto all'acquisto gare support@trapconcaverde.com. Grazie!
«La disabilità non è un mondo a parte ma una parte del mondo». Questo è il motto che ha animato le giornate della prima Coppa del Mondo di ParaTrap, riservata agli atleti con disabilità fisiche. Un progetto iniziato nel 2007, passato attraverso gare sperimentali, campionati italiani e gran prix internazionali, fino a giungere a questa grande manifestazione. Una tappa fondamentale di un lungo percorso che porterà al primo Campionato del Mondo nel 2018, sempre a Lonato, e alle Paralimpiadi di Parigi 2024 e Los Angeles 2028.
Suddivisi in tre categorie (SG-U, SG-S e SG-L),sono stati più di 100, in rappresentanza di 16 nazioni, gli atleti che hanno preso parte alla prima gara di coppa del mondo e all’ottavo gran prix internazionale di para-trap. Terminati i 125 piattelli di qualifica, la prima delle finali in programma, riservata agli atleti della categoria SG-L, ovvero a coloro che hanno danni agli arti inferiori, si è aperta con una splendida doppietta italiana. I toscani Saverio Cuciti (42) e Alessandro Spagnoli (40) hanno messo al collo le medaglie d’oro e d’argento davanti al finlandese Vesa Jarvinen (30). A seguire si sono posizionati il britannico George Glover (26),lo spagnolo Ignacio O. Sanz (21) e il campione italiano in carica Giorgio Marrozzini (16). Nella seconda finale, quella degli atleti in carrozzina, a conquistare un’altra medaglia, stavolta di bronzo, è stato il campione italiano in carica Oreste Lai (26). Il tiratore cagliaritano, a lungo in testa nei primi 100 piattelli, è approdato alla finale in seconda posizione. All’appuntamento con il podio è stato però preceduto dall’inglese Matthew Godwin (34) e da uno strepitoso Abdolreza Tavasolikah. Il tiratore iraniano, con 40 centri, ha così messo il proprio sigillo sulla finale per la sua categoria. Ben quattro, infine, sono stati gli italiani a darsi battaglia nella terza finale della categoria SG-U, riservata agli atleti con disabilità agli arti superiori. Solo uno, però, è riuscito a centrare un gradino del podio. È stato, infatti, Francesco Nespeca a giocarsela con Antonio Brinas Moras per aggiudicarsi l’oro. Lo spagnolo non ha esitato durante i piattelli finali, frantumandone 38, mentre l’azzurro si è fermato a quota 35. Il danese Kim P. Nyby ha chiuso il terzetto, con un punteggio finale di 28/40. A seguire i tre italiani giunti nel sestetto dei migliori: Emilio Poli (23); Elio Spadoni (19) e Fernando Bulgheroni (11). Le ottime prestazioni dei tiratori vestiti del tricolore sono valse anche l’oro a squadre nella categoria SG-L (Spagnoli, Marrozzini e Lanza) e l’argento in quella SG-S (Lai, Fedrigucci, Menia),dove a trionfare sono stati i colleghi britannici. Il bottino azzurro è stato quindi di sei medaglie: due ori, tre argenti e un bronzo.
In concomitanza della coppa del mondo si è disputato anche l’ottavo gran prix internazionale, aperto ai tiratori non convocati dalle rispettive nazionali. I migliori della classe, in questo caso, sono stati: lo slovacco Vladimir Kopacik (105+32) per la categoria SG-U, l’italiano Raffaele Talamo (102+38) per la categoria SG-L e il russo Alexander Sakharnov (95+36) per la categoria sitting.
La prima coppa del mondo di para-trap, motivo di orgoglio e ricca di emozioni, si è così conclusa. È stata un sogno realizzato, un obbiettivo centrato e, allo stesso tempo, un punto di partenza per sfide sempre più impegnative. Ma è stata soprattutto un primo enorme passo per rendere il bel tiro davvero aperto e accessibile a tutti.
Dichiarazioni:
WANDA JEWELL, capo del comitato per lo sviluppo del para-trap sport: «Il vero trionfatore della prima Coppa del Mondo di Para Trap è stato lo sport. Ringrazio e mi complimento con tutti i partecipanti e gli organizzatori di questa monumentale manifestazione, un passo fondamentale per lo sviluppo di questa disciplina sportiva».
LUCIANO ROSSI, presidente FITAV: «È stato un momento storico per il quale abbiamo lavorato a lungo. Un grandissimo evento che ha visto l’Italia, la Lombardia, Brescia e Lonato protagonisti. Siamo certi di avere fatto un buon lavoro e siamo convinti, da buoni italiani, che quando ce la mettiamo tutta siamo in grado di stupire il mondo. Ora bisogna proseguire lungo questa rotta, crederci ancora di più e fare sempre del nostro meglio».
EMANUELA BONOMI, numero due della FITAV: «Fare meglio di così era impossibile. Sono davvero commossa, è stato tutto fantastico. Dopo tanta fatica siamo entrati nel mondo dei grandi. La strada ora è in discesa: si guarda con fiducia alle coppe del mondo future, al Campionato del Mondo e alle Paralimpiadi».
BENEDETTO BARBERINI, CT della nazionale azzurra: «Sono veramente contento per un risultato che non mi aspettavo neppure io. Ero consapevole della forza dei ragazzi, ma sapevo anche che ogni gara è diversa dall’altra e che non si possono fare i conti prima della fine. Assieme ai premi individuali, ci sono anche quelli a squadre, dove ci siamo meritati due medaglie importanti. C’è molta emozione, sono felice per i miei ragazzi: per me è una grande soddisfazione, loro invece se lo meritano, visto che si sono dedicati con serietà. Tanti sono stati infatti i momenti in cui hanno sofferto. Non ci possiamo crogiolare ma speriamo che continuino così».
IVAN CARELLA, presidente del Concaverde: «Ho presenziato a tantissime gare, sia in qualità di organizzatore che di spettatore, ma mai mi sono emozionato come in questi giorni. Questi ragazzi sono davvero una forza e un esempio di coraggio, umiltà e sano agonismo. Hanno dimostrato che le vere barriere d’abbattere non sono solo quelle architettoniche, ma quelle mentali. Ce l’abbiamo messa tutta, come comitato organizzatore, e speriamo di essere stati all’altezza del compito assegnatoci. Ringrazio tutti i partecipanti e i direttori di tiro. Ringrazio i volontari di UNITALSI, presenza costante, preziosa e indispensabile per la riuscita dell’evento. Ringrazio tutte le aziende che hanno creduto in questo progetto, nuovo e innovativo, al suo debutto ufficiale. Lo sport ha bisogno di messaggi positivi come questo e la più grande soddisfazione è stata quella di avere dimostrato che il tiro a volo è davvero uno sport per tutti».
Parlano di noi: